Variabilità Geografica e Stagionale delle ICA: Cosa Deve Sapere il Personale Sanitario


Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) non seguono un andamento uniforme. Cambiano a seconda del luogo, del clima e del periodo dell’anno.

Un principio però rimane costante: la prevenzione deve essere attiva ogni giorno, senza pause stagionali.

1. ICA in Italia: una prevalenza più alta della media europea

Gli ultimi dati dell’ECDC mostrano che: Queste percentuali indicano quanti pazienti, ogni 100 ricoverati, presentano almeno un’infezione acquisita durante il ricovero.

  • Prevalenza media UE: 6,8%
  • Italia: circa 9.8%, tra i valori più alti in Europa
  • Grecia: circa 12,2%, con alcuni ospedali che raggiungono un massimo del 13,8%, il valore più elevato registrato nel campione europeo

Questa differenza suggerisce la necessità di rafforzare:

  • strategie di controllo delle infezioni
  • capacità di sorveglianza
  • gestione dei carichi assistenziali

2. Differenze geografiche: perché il luogo modifica il rischio

La variabilità tra regioni e Paesi è legata a elementi come:

  • infrastrutture ospedaliere
  • disponibilità di personale
  • qualità delle misure IPC
  • capacità di tracciamento e sorveglianza

A questi si aggiunge l’effetto del clima: temperature più elevate, comuni nel Sud Europa, possono favorire la proliferazione microbica e aumentare il rischio di alcune ICA, soprattutto in ambienti umidi e ad alta intensità assistenziale.

3. La stagionalità: quando il rischio cambia

Diversi tipi di ICA mostrano picchi stagionali prevedibili.

 Estate — aumento dei Gram-negativi

  • crescita microbica accelerata
  • maggiore colonizzazione cutanea
  • aumento di UTI e batteriemie da E. coli, Klebsiella, Pseudomonas, Acinetobacter

 Inverno — aumento delle infezioni da Clostridioides difficile

  • maggiore uso di antibiotici
  • aumenti nei ricoveri e sovraffollamento
  • pazienti più vulnerabili

 Infezioni del sito chirurgico (SSI)

In molte regioni dell’Europa settentrionale:

  • incremento dei casi nei mesi estivi
  • impatto di temperatura e umidità sulla guarigione e sulla sopravvivenza batterica

4. Un approccio dinamico ai rischi variabili

La natura variabile delle ICA richiede sistemi ospedalieri capaci di:

  • anticipare i periodi critici
  • aumentare la vigilanza nei mesi più rischiosi
  • mantenere solide pratiche preventive tutto l’anno

La sicurezza dei pazienti dipende dalla capacità di adattarsi ai cambiamenti stagionali e geografici senza compromessi.

 La prevenzione deve essere costante — non stagionale

Anche se il rischio cambia nel corso dell’anno, la prevenzione non deve farlo.

Rimane essenziale garantire:

  • igiene delle mani coerente
  • disinfezione ambientale accurata
  • uso appropriato degli antibiotici
  • sorveglianza continua
  • corretta gestione dei dispositivi invasivi

Alcuni periodi presentano rischi maggiori, ma non esiste una stagione sicura in cui si possa abbassare la guardia.

Fonti:
  • ECDC — Point Prevalence Survey of Healthcare-Associated Infections (2022–2023)
  • ECDC Epidemiological Reports
  • Letteratura scientifica europea su clima e stagionalità delle ICA


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