Ogni ottobre, la Settimana Internazionale della Prevenzione delle Infezioni (International Infection Prevention Week – IIPW) accende i riflettori su una sfida che riguarda tutti: la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA). Quest’anno, il tema scelto — “STAND UPPP for Infection Prevention” — non è solo uno slogan, ma un invito all’azione collettiva. Significa alzarsi, prendere posizione, e impegnarsi per proteggere la salute di pazienti, operatori sanitari e comunità.
Una minaccia ancora sottovalutata
Gli ospedali sono luoghi di cura, ma per molti pazienti possono trasformarsi in ambienti di rischio imprevisto. Secondo il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC, 2024), ogni anno oltre 4 milioni di pazienti nell’Unione Europea contraggono un’infezione correlata all’assistenza sanitaria. Di questi, circa 37.000 muoiono direttamente a causa dell’infezione, mentre oltre 110.000 decessi sono collegati a complicanze infettive.In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) stima più di 530.000 casi di ICA ogni anno, con un impatto umano ed economico enorme. Le conseguenze? Ricoveri più lunghi, terapie aggiuntive, maggiore uso di antibiotici e sofferenza evitabile.Eppure, l’aspetto più sorprendente è che la maggior parte di queste infezioni è prevenibile.
Le infezioni più comuni e i loro rischi
Le ICA comprendono diverse tipologie di infezioni, spesso legate a procedure o dispositivi medici indispensabili ma potenzialmente rischiosi:
- Infezioni del tratto urinario (ITU): frequenti nei pazienti con catetere urinario, causate da scarsa igiene o manipolazione non sterile.
- Infezioni del sito chirurgico (ISC): possono colpire la pelle o i tessuti profondi dopo un intervento chirurgico.
- Polmoniti associate a ventilazione meccanica (VAP): tipiche delle terapie intensive, favorite da apparecchiature contaminate o igiene non ottimale.
- Infezioni del flusso sanguigno (BSI): tra le più gravi, derivano dall’ingresso di batteri nel sangue tramite linee venose o cateteri.
- Clostridioides difficile (C. diff): batterio altamente contagioso che si diffonde tramite mani o superfici contaminate.
Ogni tipo di infezione racconta una storia diversa, ma tutte hanno un punto in comune: possono essere ridotte o evitate con pratiche di prevenzione rigorose e continue.
Il costo della mancata prevenzione
Le infezioni ospedaliere non sono solo un problema clinico: rappresentano una sfida sistemica. Oltre all’impatto umano, si traducono in un notevole peso economico per i sistemi sanitari europei.Il rapporto ECDC 2024 stima che le ICA generino miliardi di euro di costi diretti e indiretti ogni anno, legati a giornate di degenza aggiuntive, trattamenti farmacologici e assenteismo lavorativo. Ma la buona notizia è che investire nella prevenzione conviene: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che ogni euro speso nella prevenzione genera un ritorno medio di 16 euro in risparmio sanitario (WHO, Report on the Economics of Health and Infection Prevention, 2023).In altre parole, prevenire salva vite — e risorse.
L’igiene delle mani: la difesa più semplice e più potente
Al centro della prevenzione c’è un gesto apparentemente banale, ma in realtà decisivo: lavarsi le mani. Le mani sono il principale veicolo di trasmissione dei patogeni in ambiente sanitario. Nonostante ciò, la conformità all’igiene delle mani tra gli operatori oscilla ancora tra il 30% e il 60%, secondo l’OMS.Questa lacuna non dipende solo da mancanza di volontà, ma anche da carichi di lavoro elevati, distrazioni, assenza di feedback immediato o cultura della sicurezza insufficiente. Creare ambienti che promuovano e facilitino l’igiene non è quindi un dettaglio: è una strategia di prevenzione ad alto impatto.
Una cultura della sicurezza che coinvolge tutti
Prevenire le infezioni non significa solo adottare protocolli. Significa costruire una cultura condivisa dove ogni persona, dal medico all’infermiere, dal tecnico al paziente, diventa parte attiva nella sicurezza sanitaria.L’OMS individua tre principi chiave:
- Educazione e formazione continua, per aggiornare conoscenze e comportamenti.
- Responsabilità condivisa, perché la sicurezza non è solo compito del personale medico ma di tutto il sistema.
- Innovazione tecnologica, per monitorare, analizzare e migliorare in tempo reale le pratiche quotidiane.
Quando la cultura della prevenzione diventa parte dell’identità di una struttura sanitaria, le infezioni diminuiscono e la fiducia cresce.
Italia: progressi e prospettive
Il Piano Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza (Piano ICA 2022–2025) del Ministero della Salute segna un passo importante nella direzione giusta. L’obiettivo è ridurre le ICA del 20% entro il 2025, migliorando la formazione del personale, la sorveglianza dei dati e l’adozione di tecnologie di supporto.Tuttavia, la vera sfida resta culturale: trasformare la prevenzione da obbligo normativo a riflesso naturale, da azione episodica a prassi quotidiana.
STAND UPPP: un invito all’azione
Il messaggio della IIPW 2025 è chiaro: STAND UPPP for Infection Prevention —Stand for unity, partnership, progress and protection.È un appello a tutti coloro che lavorano nel settore sanitario a unirsi per un obiettivo comune: ridurre le infezioni, migliorare la sicurezza e rendere gli ospedali luoghi di cura, non di rischio.Ogni azione conta:
- un lavaggio mani in più,
- un protocollo seguito correttamente,
- una segnalazione tempestiva,
- un esempio positivo davanti ai colleghi.
Sono questi i gesti quotidiani che, sommati, costruiscono sistemi più sicuri.
Pronti a costruire una cultura igienica più forte nel vostro ospedale? Contattateci per maggiori informazioni o per richiedere una consulenza.